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10 ottobre 2014

Ultimi giorni per visitare la mostra “EARTH’S MEMORY” al Forte di Bard

La scorsa settimana è partito un primo progetto didattico in alcune scuole elementari di paesi situati in aree remote del Golfo dell’Alaska. Grazie alla collaborazione fra l’UAF (Università of Alaska, Faierbanks) e l’associazione REACH (Raising Educational Achievement through Cultural Heritage), Alessio Gusmeroli, dell’International Arctic Research Center e consulente dell’Associazione Macromicro, utilizzando come supporto didattico i confronti fotografici realizzati in Alaska in occasione dell’ultima spedizione del progetto Sulle Tracce dei Ghiacciai, ha spiegato agli studenti il fenomeno dell’arretramento dei ghiacciai e la connessione con i cambiamenti climatici.

Le gelide acque del Golfo d’Alaska bagnano numerosi piccoli villaggi, disconnessi dalle reti stradali. Villaggi, remoti, isolati, raggiungibili solamente in aereo o in barca. Questi villaggi rappresentano un lato poco conosciuto dell’Alaska: l’Alaska Rurale, l’Alaska degli Indigeni che per millenni hanno abitato queste lande selvagge. Nella regione di Prince William Sound, popolata da Indiani Aleutiq, la popolazione dei villaggi raramente supera le cento unità e la gente ancora pratica lo stile di vita tradizionale basato su caccia e pesca. Le scuole di questi villaggi sono un fondamentale punto di incontro fra la cultura dei Nativi e il sistema educativo Statunitense ed è in queste scuole remote che stiamo lavorando per sensibilizzare i ragazzi sulle scienze della Terra e i cambiamenti climatici.

In una sensazionale quattro giorni abbiamo visitato i villaggi di Tatitlek e Chenega bay. Il primo villaggio Tatitlek, si trova in un incantevole baia, circondata da verdi fiordi e montagne, coperte dalla maestosa vegetazione della foresta pluviale dell’Alaska. Il villaggio è costituito da un gruppo di cassette, una chiesa Ortodossa, e una piccola scuola che ospita una ventina di bambini e ragazzi di età variabile, dai 3 ai 18. Nella scuola una bandiera Americana a ricordare che, anche qui, in un ambiente così lontano dalle grandi città, siamo negli Stati Uniti.

Il nostro lavoro comincia immediatamente. Il primo gruppo è composto dalle bambine dell’asilo. Tre simpatiche bambine di 5 anni si intrattengono con me per un paio di ore. Comincio con indossare Il mio outfit da spedizione scientifica, guanti termici, berretto in pelo di lupo, maschera di protezione, imbrago, ramponi e sonda da valanga. Le bambine reagiscono con entusiasmo alla mia parodia dello “scienziato avventuroso”. La seconda attività è incentrata sui ghiacciai. Mostro alle bambine i confronti fotografici fornitimi da Fabiano Ventura, identifichiamo i ghiacciai nei fiordi e osserviamo il cambiamento nel paesaggio. Poi costruiamo un piccolo modello con dell’argilla da modellare: un continente e lo copriamo con del ghiaccio, lasciamo sciogliere il ghiaccio e osserviamo lo scioglimento dei ghiacciai e l’innalzamento del livello del mare. Le bambine si dilettano a costruire il modello e comprendono un importante processo.

Il secondo gruppo è più numeroso: una decina di ragazzi di età fra i 10 e i 18 anni. Con loro posso dialogare un pò di più. Questi ragazzi hanno un’idea del paesaggio del Golfo: grandi ghiacciai che si tuffano nel mare. Osservano con ammirazioni i confronti fotografici di Fabiano e si stupiscono dell’immenso cambiamento. Dopo aver parlato di ghiacciai usciamo all’aria aperta e spendiamo una buona mezz’ora osservando le rocce e discutendo la geologia dell’area. Le stesse attività sono state ripetute il giorno dopo nel villaggio di Chenega Bay. Fare science outreach è importante. Connettere direttamente con i giovani è importante. Ringrazio Fabiano Ventura per averci fornito i suoi meravigliosi confronti fotografici che ci hanno aiutato a comprendere i cambiamenti del paesaggio in Alaska.

Alessio Gusmeroli 
International Arctic Research Center
Alaska Climate Science Center
University of Alaska, Fairbanks

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